L’alienazione parentale è un tema che si intreccia molto spesso con il fenomeno delle sottrazioni internazionali effettuate da un genitore a danno dell’altro. Nel caso di Noemi Zanella si trattava di una madre che si era trasferita con la figlia in Polonia e poi aveva fatto perdere le sue tracce. Dal 2021 al 2024 il padre non ha più avuto contatti con la figlia e si è dovuto rivolgere all’autorità giudiziaria italiana che ha condannato la madre e le ha tolto la responsabilità genitoriale. Le autorità giudiziarie polacche hanno riconosciuto la sentenza ma non hanno offerto supporto al padre per ritrovare la figlia. Finalmente nel giugno 2024 il padre dopo aver svolto ricerche a sue spese in tutta la Polonia ha avuto una indicazione anonima sul luogo dove si trovava la figlia e la ha potuta ritrovare. Il ritrovamento però non è stato privo di problemi, come riferisce Il Riformista:
Quando l’investigatore ha riferito al giudice l’indirizzo in cui si trovavano madre e figlia e questo lo ha comunicato alla polizia, le due sono scappate. “Abbiamo dovuto farlo per strada, è stato molto difficile perché la madre era violenta”, racconta Zanella.
Sulle modalità del prelievo si trova qualcosa di più sul portale today.it:
Il prelievo alla fine è avvenuto in strada. Non senza momento di tensione, con la gente che si accalcava intorno. E con la polizia della Polonia “costretta a eseguire il suo lavoro solo perché era presente, in qualità solo di osservatore, personale dell’Ambasciata italiana”, critica. “Credo che ci dovrà essere un’indagine sulla Polizia, i documenti ufficiali che arrivavano dall’Italia venivano sistematicamente insabbiati, la bambina andava ad esempio da un medico per l’assistenza e non era stata neanche inserita nel sistema di ‘child alert’, per cui nessuno l’avrebbe mai trovata”.
Insomma una storia che bene rappresenta la problematica tipica delle sottrazioni internazionali di minori, analoga a quella che avuto grande risonanza del piccolo Eitan Biran che nel 2021 venne portato in Israele dal nonno paterno. Anche nel suo caso vi fu un tentativo di “lavaggio del cervello” per usare strumentalmente il suo mancato consenso al ritorno in Italia, ma l’autorità giudiziaria dello stato di Israele trattò il caso con grande serietà e speditezza.
Rocambolesco recupero di Noemi – www.today.it
Noemi Zanella, la bambina di quasi 10 anni nata a Cesena e rapita nella stessa città il 21 settembre 2021 dalla madre polacca, è stata recuperata ieri, mercoledì, in una città sud orientale della Polonia, Rzeszow, in un’area rurale più nazionalista e più lontana ai grandi centri più europeisti, dove evidentemente contava su una rete di protezione. In questi due anni e mezzo ha perso quasi completamente l’uso dell’italiano, non ha più visto un’aula scolastica e viveva lontano anche dal ceppo parentale polacco, “spesso lasciata in casa da sola o con sconosciuti”, spiega il padre Filippo Zanella, fisioterapista cesenate che negli ultimi mesi si era trasferito in Polonia per recuperare la figlia. Se la sua vita non avesse subito questo violento ed improvviso cambio di traiettoria, oggi Noemi starebbe festeggiando coi suoi compagni di scuola la fine della quarta elementare nella sua scuola a Cesena. Invece è stata strappata dalle sue amicizie, dall’ambiente in cui è nata e dal padre. Non ha avuto contatti con altri bambini e le sue uniche frequentazioni erano con un gruppo religioso. “Sono stato molto fortunato, ho potuto spostarmi in Polonia per mesi. Ma non tutti riescono”, spiega il padre. Ma la grande fortuna è stata una lettera anonima: uno sconosciuto, vedendo quella bambina sradicata e “alienata”, come l’ha definita il padre, ha mandato via lettera l’esatta localizzazione della piccola Noemi. “Un misterioso angelo custode”, lo definisce Filippo Zanella. A quel punto il padre e un investigatore privato hanno fatto osservazioni per circa un mese prima di chiedere l’intervento dell’autorità, durante il quale è apparsa chiara una sospetta collusione della polizia polacca con la madre fuggitiva. “Abbiamo comunicato solo all’ultimo momento l’indirizzo alla giudice, che ringrazio perché mi ha trattato fin dall’inizio come un cittadino europeo. La giudice ha dato l’ordine immediato di recuperare la bambina e, a quel punto, dopo pochi minuti, abbiamo assistito alla scena della madre che con le valigie scappava, evidentemente avvisata”, spiega. Per questo il prelievo alla fine è avvenuto in strada. Non senza momento di tensione, con la gente che si accalcava intorno. E con la polizia della Polonia “costretta a eseguire il suo lavoro solo perché era presente, in qualità solo di osservatore, personale dell’Ambasciata italiana”, critica. “Credo che ci dovrà essere un’indagine sulla Polizia, i documenti ufficiali che arrivavano dall’Italia venivano sistematicamente insabbiati, la bambina andava ad esempio da un medico per l’assistenza e non era stata neanche inserita nel sistema di ‘child alert’, per cui nessuno l’avrebbe mai trovata”, spiega sempre il padre. Senza un documento valido, senza la podestà genitoriale della madre, che è stata revocata dalla giustizia italiana, e pur con ordini perentori della magistratura polacca, che recepivano e davano ragione alla posizione del padre, pur con la pressione diplomatica, nessuno dava esecuzione al recupero della bambina. Fondamentali, invece, sono stati gli appelli nei media polacchi, la disseminazione della ricerca della bambina nei social network locali. Questo, infatti, ha portato in evidenza il caso e, chi ha riconosciuto la piccola alla fine, pur nella segretezza dell’anonimato l’ha fatto sapere al padre. E per fortuna ha scritto direttamente a Filippo, “perché c’erano spie della madre dentro la polizia”, che in questo modo avrebbe avuto ancora una volta la possibilità di disattendere i provvedimenti della stessa magistratura polacca. “E’ stata ritrovata, seguendo le vie ufficiale, non alla Rambo o fuori dalla legalità”, precisa Zanella. Che però ora teme e chiede protezione: “Ho già ricevuto minacce dalla famiglia della mia ex moglie, sia a me stesso, sia di nuovi rapimenti di mia figlia. Ma staremo all’erta”. Ora Noemi “è totalmente alienata, stiamo recuperando assieme la lingua italiana. La voglio reinserire nel contesto di altri bambini appena possibile, fin dal centro estivo”, dice. Poi l’attacco alla politica: “Dalla politica italiana e polacca abbiamo ricevuto solo chiacchiere”. Si era impegnata in tal senso anche una viceministra polacca di orientamento filoeuropeista, ma per Zanella non sarebbe andata oltre le dichiarazioni di facciata. “Noemi non era stata inserita neanche nel registro delle persone scomparse, è una cosa gravissima”, commenta. A salutare la buona notizia anche il sindaco di Cesena Enzo Lattuca: “E’ un momento di grande felicità per la città di Cesena, non vediamo l’ora di accogliere Noemi, siamo a disposizione per tutte le questioni pratiche e il re-inserimento. La famiglia Zanella troverà massimo supporto dalle istituzioni”.
Fonte/credits: www.today.it
Altri articoli sulla stampa italiana riportano la medesima storia con vari dettagli:
Ritrovata in Polonia la piccola Noemi, il padre Filippo Zanella la cercava dal 2021 Il Giornale 6.6.2024
Filppo Zanella era un padre disperato, dal 2021 non aveva più notizie della figlia Noemi che era sparita dopo essere partita per la Polonia con la madre, ex compagna del 47enne, e di lei non aveva più avuto notizie. L’uomo non si era mai arreso, cercandola anche in Polonia e macinando oltre 5000 chilometri pur di ritrovarla, ma sia la madre che la piccola, che ora ha 9 anni, sembravano sparite nel nulla. Oggi la buona notizia, Noemi è stata ritrovata e sta bene e nelle prossime ore tornerà a Cesena insieme al padre e alla nonna.
La storia di questa bambina ha tenuto banco per lungo tempo nelle pagine di cronaca. La sua scomparsa nella seconda metà del 2021 quando partita assieme alla madre, dopo la separazione da Zanella, per la Polonia, il Paese di cui è originaria, facendo perdere ogni traccia. Disperato l’appello del padre in tutti questi anni, che ha sempre sostenuto che di fatto si trattava di un rapimento.
Le due sentenze
La bambina era formalmente tutelata da un ordine di protezione europeo, ma il tribunale dei minori dell’Aia si era espresso con due sentenze: la prima che aveva imposto alla madre, presente alla lettura della sentenza, il rientro immediato della bimba e la seconda per ribadire il provvedimento, che però la madre di Noemi ha sempre ignorato.Un padre che non si è mai arreso
L’uomo con grande forza non aveva mai accettato questa separazione dalla figlia, tanto da lasciare il suo studio di fisioterapista a Cesena, per recarsi personalmente a cercarla: “Sono stato a Varsavia ma ho girato anche molti piccoli comuni” spiegò in un’intervista. 5000 chilometri in cui aveva visitato scuole, ospedali, ambulatori medici nella speranza che qualcuno avesse visto la figlia, ma nessuno lo aveva mai aiutato.“Ho parlato con molti suoi familiari anche stretti – raccontò al Corriere della Sera – ma qui in Polonia i familiari dei criminali usufruiscono di una legge che permette loro di non parlare a riguardo nel rispetto della loro tutela. Morale della questione nessuno mi ha detto niente”.
Il ritorvamento di Noemi
Una lunga perseveranza che finalmente ha portato al lieto fine: “Ho ritrovato mia figlia grazie ad un angelo custode. Una persona sconosciuta che ci ha inviato la posizione esatta in cui si trovava Noemi”, sono state le prime parole dell’uomo che dopo tanti anni è uscito da un incubo che chi è genitore può comprendere appieno. Dopo il primo viaggio a Varsavia che non aveva portato a nulla, Zanella era poi ripartito per la Polonia a seguito di una segnalazione.Nelle ultime settimane era arrivata anche la nonna di Noemi, madre di Zanella e mercoledì mattina 5 giugno, è arrivata la svolta con un messaggio recapitato da un mittente ignoto, che ha segnalato la presenza della ragazzina al confine con la Bielorussia e l’Ucraina. Noemi era però da sola, della mamma nessuna traccia.
Ora, finito questo incubo l’uomo ha anche parlato delle forze di polizia polacche: “Non ci hanno aiutato, se abbiamo trovato Noemi è solo per merito di questa persona ignota”. Una vicenda che ha toccato molti cuori e che per fortuna, seppur dopo molto tempo, si è risolta nel migliore dei modi.
Oggi alla notizia del ritrovamento è intervenuto anche il sindaco di Cesena Enzo Lattuca: “Voglio esprimere tutta la soddisfazione della città di Cesena e siamo pronti ad aiutare Filippo in tutte le pratiche, dai documenti di identità di Noemi all’inserimento nei centri estivi”.
Fonte/Credits: Il Giornale 6.6.2024
La notizia è riportata anche sul Corriere Romagna:
Svolta per il caso di Noemi Zanella, la bimba scomparsa nel 2021. La piccola è stata ritrovata ieri e sta bene, per la gioia del padre Filippo, che per anni ha lottato per poterla riabbracciare. Noemi era partita nel settembre del 2021 per la Polonia assieme alla madre originaria del paese dell’Est Europa e non era più tornata a Cesena, dove è nata. “È stata una battaglia molto complessa – ha detto Filippo Zanella – e mia figlia non è stata ritrovata grazie alle forze dell’ordine, con una situazione di forte collusione e spie interne nella Polizia polacca. Mia figlia sta bene, è serena e ora sta guardando i cartoni animati con la nonna…”. Al momento Filippo, Noemi e la nonna paterna si trovano in Ungheria e nelle prossime ore saranno a Cesena.
Filippo Zanella aggiunge: “Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato, in particolare i miei avvocati hanno fatto un lavoro straordinario. Ringrazio il colonnello Maraffa e l’ambasciata italiana che ha rivestito un ruolo fondamentale in questa operazione. Il tam tam sui social di “Uomini vittime di violenza” è stato determinante, il loro lavoro sui social polacchi è stato decisivo. Grazie al Comune di Cesena per la vicinanza”. Zanella aggiunge: “Un misterioso angelo custode mi ha inviato una lettera con posta prioritaria in cui mi ha indicato la posizione di mia figlia. Non ho idea di chi sia, ma mi ha indicato la città esatta della Polonia in cui trovare Noemi. Il recupero di mia figlia è stato durissimo: per tre anni è stata solo con la madre e ora voglio inserirla in un contesto con altri bambini”. La piccola era in una zona della Polonia vicina al confine con Ucraina e Bielorussia.
Così il sindaco Enzo Lattuca: “Esprimo tutta la soddisfazione della città di Cesena e siamo pronti ad aiutare Filippo in tutte le pratiche, dai documenti di identità di Noemi all’inserimento nei centri estivi. C’è stato un periodo in cui ci siamo sentiti impotenti in mezzo a tante difficoltà e siamo felici che alla fine la battaglia per ritrovare Noemi sia andata bene”. La bambina se vivesse in Italia oggi avrebbe terminato la quarta elementare e potrà riprendere la scuola a Cesena.
Tassinari: “Un giorno di festa”
“Oggi è un giorno di festa perché è rientrata finalmente in Italia Noemi Zanella, sottratta al padre italiano e illegittimamente condotta in Polonia dalla madre nel 2021”. Lo ha detto Rosaria Tassinari, deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia per l’Emilia-Romagna. “L’operazione è stata resa possibile dal lavoro congiunto dell’Unità per la Tutela degli italiani all’estero della Farnesina e della nostra Ambasciata a Varsavia, in stretto coordinamento con le altre Autorità competenti. Sin dall’inizio della vicenda, la nostra Rappresentanza si è attivata per prestare assistenza al Sig. Zanella, mantenendo stretti contatti con i suoi legali e sensibilizzando le Autorità locali sull’importanza di ritrovare la bambina. Il caso era inoltre stato più volte affrontato dalla Task Force Minori contesi, gruppo di lavoro interministeriale presieduto dalla Farnesina con la partecipazione di funzionari del Ministero dell’Interno e del Ministero di Giustizia. E’ una bellissima notizia oltre che per la famiglia Zanella anche per tutta la Romagna”.
Fonte/Credits: https://www.corriereromagna.it/