La petizione “Noi donne vogliamo che cambiate la posizione sull’alienazione genitoriale” promossa da Anna Tivade chiede alla principale organizzazione femminista di abbandonare il tentativo di negare che l’alienazione genitoriale è un abuso sull’infanzia.
L’organizzazione femminista pretende di parlare in nome delle donne; ma centinaia di donne rifiutano nettamente tale negazionismo e scrivono:
Le donne di tutto il mondo possono testimoniare che l’alienazione genitoriale esiste, e che devasta le famiglie. Negare l’esistenza dell’alienazione genitoriale non aiuterà l’eguaglianza fra le donne, perché è negare un fenomeno che le donne e gli uomini di tutto il mondo subiscono.
Come appartenente alla vostra organizzazione, sono indignata per la vostra posizione male informata. Invito le donne vittime di alienazione genitoriale a firmare questa petizione:
http://www.change.org/petitions/women-want-now-to-change-their-position-on-parental-alienation
giacomo
PAS, sostenitori e negazionisti.
I primi rappresentati dai padri separati i secondi dalle femministe. Si
sono creati due schieramenti su una questione che invece è ben diversa. Si sono mescolate le carte e si è creata una guerra che non ha
ragione di esistere .
In effetti i dati di fatto sono i seguenti : la stragrande maggioranza dei
genitori “alienati” sono padri separati mentre la
stragrande maggioranza dei genitori che tenta di alienare il figlio
dall’altro e’ donna.
Questo un dato certo, però occorre approfondire la questione .
1 ) Da un lato esistono pure casi, anche se molto meno frequenti, in
cui si verifica il contrario, e basterebbe solo questo per far si che
questo schieramento di posizioni non abbia ragione di essere.
2 ) Dall’altro quando un padre separato ha la sventura di
trovarsi in una situazione del genere il chiedere che venga fatta
giustizia non viene fatto in qualità di ” padre separato”
che reclama un suo diritto, ma bensì in qualità di genitore che tenta
di dare voce ad un bambino.
Bambino che ha il diritto di avere due genitori, separati ma sempre due
genitori che si prodigano per lui. Mentre per i genitori questo e’
sia un diritto sia un dovere.
Se invece si assiste ad altre forme di contesa tra i due ex coniugi, e
mi riferisco alle guerre per fini meramente economici, bene allora una
forma di schieramento tra padri separati e femministe ci può anche
stare. Si, perché se in passato l’uomo lasciava la vecchia moglie
per una donna più giovane e la vecchia moglie rimaneva sola e povera,
e’ stata una grande vittoria dei movimenti delle femministe
capovolgere la situazione e legalizzare molti diritti a favore delle
donne. E anche se oggi forse questi diritti sembrano un po’
esagerati, bene questo fa parte degli andamenti storici dei privilegi
ora concessi di più ad una parte come ieri all’altra. Questa
dialettica dei ruoli lungi dall’essere conclusa può fare solo bene
all’evoluzione di una società civile.
Ma attenzione il problema a cui noi ci riferiamo e’ ben altro, si
tratta di bambini che vengono sottoposti a forti pressioni
psicologiche che sono contrari alla sua volontà e a cui il bambino
cerca con tutte le sue forze di reagire. Non ci dovrebbero essere
movimenti di padri e movimenti femministe che si contrappongono.
Infatti è un obiettivo comune tutelare un bambino. Gli schieramenti
ideologici anno un senso in altre questioni e non riesco a credere che
i movimenti femministe che sono innanzitutto madri non abbiano a cuore
l’interesse dei propri figli.
Ci sarebbe poi un’altra riflessione da fare, il genitore alienante,
che ricordiamocelo nella stragrande maggioranza dei casi e’ donna,
nell’attuare questo perverso e subdolo piano di allontanamento
dell’altro genitore ci viene difficile credere che possa fare ciò
con la coscienza che tali comportamenti potrebbero arrecare danno al
proprio amato figlio. È infatti istinto naturale di un genitore
salvare il proprio figlio anche a costo della propri vita. Un genitore
che vedrebbe il figlio annegare in un fiume si butterebbe in acqua per
tentare di salvarlo anche se egli non sapesse affatto nuotare. Per cui
nei casi in cui un genitore tenta di alienare il figlio all’altro
in realtà deve avere un grave problema psicologico che non gli fa
vedere che il bambino sta soffrendo perché nessuno mai farebbe una
azione verso un’altra persona se quel l’azione in qualche modo
anche se indirettamente potesse nuocere al proprio figlio. Di
conseguenza mi viene difficile potere credere che un genitore pur
spinto da un odio estremo verso l’altro genitore, anche se avesse
mille volte ragione di provare questo rancore, potesse essere così
perfido da immolare il proprio figlio per nuocere all’altro
genitore.